Siamo tutti un po' Cesaroni
"Avvenire" fa la morale alla fiction: famiglie troppo allargate e rapporti ambigui tra fratellastri. E la serie strapazza la concorrenza anche con una banale replica. Ma che gli faranno al pubblico?
Non dite ad Avvenire che i Cesaroni hanno stravinto la serata anche con una banale replica. Perché è successo davvero. Quattro milioni e mezzo di italiani (il 18 % e più) hanno scelto di rivedere l'allegra brigata della Garbatella, anche se la puntata (la prima delle tante repliche che stanno andando in onda) era vecchia e tutti sanno già com'è andata a finire. Eva non ha fatto in tempo a sposarsi con Alex perché le acque si sono rotte mentre erano davanti al sacerdote. Lei ha partorito una bimba e l'ha chiamata Cesaroni mentre Marco sgranava gli occhioni, incredulo. Due fratellastri che faranno da mamma e da papà alla loro figlioletta. Troppo per il quotidiano cattolico che più di una volta ha scritto che la serie è ambigua, allusiva e peccaminosa. Una famiglia allargata, riferimenti continui al sesso, strani intrecci familiari.
Tutto molto complicato - ha scritto Avvenire qualche giorno fa - nel ritratto di società attuale cui l'intonazione teatrale e ridanciana del racconto offre una facile legittimazione: e tutto sottilmente inquietante, nel sovrapporsi di generazioni e di personaggi che della vita accolgono ogni suggerimento senza discriminare, definendo un relativismo che fa di ogni erba un fascio e si astiene da giudizi morali o da considerazioni di opportunità».
Non si è fatta attendere la replica di Claudio Amendola, protagonista della serie: «Si tratta di un giornale palesemente orientato, con una precisa missione, dunque è giusto che rispetti il suo ruolo. Ma anche I Cesaroni rispettano il proprio, che è quello di rispecchiare la società in cui viviamo: basta dare un'occhiata al numero crescente di divorzi e di convivenze, alla formazione sempre più frequente delle cosiddette "coppie di fatto", di quelle famiglie dove i figli dell'uno si incontrano e convivono pacificamente con quelli dell'altra... Il segno evidente del cambiamento dei tempi». (Libero News)
Tutto molto complicato - ha scritto Avvenire qualche giorno fa - nel ritratto di società attuale cui l'intonazione teatrale e ridanciana del racconto offre una facile legittimazione: e tutto sottilmente inquietante, nel sovrapporsi di generazioni e di personaggi che della vita accolgono ogni suggerimento senza discriminare, definendo un relativismo che fa di ogni erba un fascio e si astiene da giudizi morali o da considerazioni di opportunità».
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