giovedì 7 maggio 2009

Un mese da scossa tra dramma e ricostruzione

L'AQUILA - Venti secondi per cancellare una storia, azzerare un futuro, sbriciolare le fatiche di intere generazioni. Dalle 3,32 del 6 aprile L'Aquila è attanagliata dalla paura di non essere più se stessa. Sui muri rimasti in piedi le scritte 'L'Aquila deve tornare a volaré, ma tutto intorno ancora tra le macerie i ricordi dei 298 morti, i 1.500 feriti e il vuoto lasciato dai 30 mila sfollati sulla costa: dalla notte di quel lunedì a punteggiare la tragedia di una città d'arte distrutta ci sono anche le tendopoli dove provano a trovare una impossibile normalità gli altri 30 mila terremotati che caparbiamente restano attaccati alla città. La terra ha tremato per 20 secondi con una scossa del 5,8 Richter e a distanza di un mese trema ancora. Il sisma non ha solo cambiato il volto del capoluogo: vittime e distruzioni anche nelle frazioni, con Onna e la sua tragedia a far da simbolo. Qui nei giorni successivi verranno tutti a omaggiare il paese martire, da Berlusconi al Papa, dai sindacati ai tedeschi, che scoprono solo ora l'eccidio compiuto dai nazisti nel 1944.

A Onna il Premier parteciperà per la prima volta assieme ai partigiani della Brigata Majella alle celebrazioni del 25 Aprile, e i tedeschi già fanno piani per ricostruire il piccolo borgo raso al suolo dal sisma. Imponente e immediata la macchina dei soccorsi - che ha raccolto ammirazione da ogni parte del mondo - da far impallidire lo scenario futuro. Migliaia di case distrutte, patrimonio artistico a pezzi, il tutto su un tessuto socioeconomico già in grave sofferenza per la crisi ecomonica. Sui crolli sospetti, sulle accuse della gente e le polemiche inevitabili è in moto da subito il lavoro della magistratura: sequestri e indagini a tappeto, mirino puntato sugli immobili pubblici o su quelli dove ci sono state vittime. Proprio ieri il capo della procura, Alfredo Rossini, ha spiegato di sentire "la fiducia della gente nei nostri confronti, nel lavoro degli inquirenti".

La mobilitazione per la ricostruzione è passata anche attraverso segnali come la convocazione del Consiglio dei Ministri all'Aquila lo scorso 23 aprile, e troverà una cassa di risonanza nei Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 a giugno, ma l'apice è previsto per il G8 che si terrà nella Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza di Coppito a luglio. Dal presidente Usa, Barack Obama, agli altri grandi della terra, tutti verranno all'Aquila a rendersi conto di persona dei danni del sisma, e, sperano gli aquilani, ad adottare un pezzo della loro città per ricostruirla, come i tedeschi a Onna o il governo di Madrid per il cinquecentesco Forte Spagnolo che aveva già resistito al terremoto del 1703. Eventi importanti per una ricostruzione il più rapida possibile: ha fretta, il popolo degli sfollati, ha paura del generale inverno che a 800 metri di altitudine arriva con cattiveria anche a settembre. "Le prime case le consegneremo a settembre", ha annunciato Silvio Berlusconi. Case vere, assicura il premier. "Entro 200 giorni vogliamo consegnare a 13 mila persone appartamenti completamente funzionanti e arredati", ha insistito. Intanto sono stati individuati 20 aree dove allestire i campus. Ma sul Decreto del governo sulla ricostruzione ecco le prime polemiche: i sindaci del cratere chiedono di avere più poteri, l'opposizione e gli enti locali spulciano il testo e chiedono apertamente soldi certi "e non impegni generici fino al 2030", e di essere trattati come Marche, Umbria e Friuli, dove la ricostruzione fu interamente a carico dello Stato.

ritorniamo al 6 aprile ore 3.32:
L'AQUILA - Venti secondi di terrore, la terra che ribolle, macerie e distruzione: un mese fa esatto, alle ore 3.32 della notte L'Aquila è stata sconvolta da una violenta scossa del 5,8 della scala Richter. Alla fine saranno 298 i morti e oltre 1.500 feriti. Sbriciolati decine di edifici e monumenti nel centro storico, ore di ansia davanti alla Casa dello Studente da cui verranno poi estratti i cadaveri di 8 ragazzi. Ma lutti e dolori anche nei paesi e frazioni, ridotti in polvere come Onna, che diventerà poi la località martire del sisma. Imponente la macchina dei soccorsi guidati dalla Protezione Civile, l'Italia intera si stringe intorno agli aquilani: nei giorni successivi il premier Silvio Berlusconi accenderà i riflettori e l'attenzione sulla città con la decisione di spostare il G8 previsto alla Maddalena nel capoluogo abruzzese sconvolto dal sisma. Il culmine verrà poi raggiunto con la visita di Benedetto XVI nelle terre martoriate il 28 aprile. Oltre 60 mila gli sfollati, di cui 30 mila nelle tendopoli allestite nei campi gestiti da volontari e Protezione Civile e il resto negli alberghi della costa adriatica. Finito il sisma resta la paura: non si contano più le scosse per uno sciame che non smette di terrorizzare gli sfollati. In un mese le verifiche provano che oltre la metà delle case è agibile, ma gli aquilani restano fuori dalle loro abitazioni perché non è solo la terra a continuare a tremare, ma anche le persone, per i ricordi e lo choc.

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